Il quadro legislativo dell’UE definisce i limiti massimi consentiti negli alimenti e i programmi di monitoraggio per il controllo della presenza di queste sostanze nella catena alimentare.
I dati dell’ultimo rapporto EFSA sui dati di monitoraggio raccolti nell’anno 2019 evidenziano come il tasso di conformità con i livelli di sicurezza stabiliti dall’UE sulla presenza di residui di medicinali veterinari e di altre sostanze in animali vivi e prodotti di origine animale nell’Unione europea, in Islanda e in Norvegia sia elevato.
Nel 2019, 27 dei 28 Stati membri dell’Unione europea, Islanda e Norvegia hanno riferito un totale di 671.642 campioni, di cui: 368.594 campioni target e 5.016 campioni sospetti sono stati riportati ai sensi della direttiva 96/23/CE, mentre 295.690 campioni sono stati raccolti nell’ambito di altri programmi di monitoraggio sviluppati in base alla legislazione nazionale e 2.342 campioni sono stati controllati al momento dell’importazione. L’analisi dei dati presentata nella relazione dell’EFSA si è concentrata sui campioni target riportati ai sensi della direttiva 96/23/CE del Consiglio. I campioni raccolti attraverso altre strategie di campionamento (campioni sospetti, da importazione o “altro”) non seguono un piano di monitoraggio progettato, pertanto i risultati su tali campioni sono stati riportati separatamente.
Dal report risulta che ci sono stati 1.191 (0,32%) di campioni non conformi sui 368.594 campioni target riportati nel 2019. Tale dato può essere paragonabile ai risultati degli 11 anni precedenti (0,25%-0,37%).
Nessun campione non conforme è stato riportato per stilbeni e derivati.
Rispetto ai risultati del 2017 e del 2018, nel 2019 la frequenza dei risultati non conformi è leggermente aumentata per gli agenti antitiroidei e gli steroidi.
Per i contaminanti chimici, rispetto al 2018, la frequenza di non conformità nel 2019 è risultata più alta, anche se inferiore rispetto al 2017.
Lievi diminuzioni sono state notate nel 2019 per le sostanze proibite, gli antibatterici, gli anticoccidici e i coloranti, rispetto al 2017 e al 2018.
Nello specifico:
- Per gli agenti antitiroidei è stato rilevato lo 0,58% di campioni non conformi, tutti per il tiouracile, probabilmente a causa di diete ricche di piante crocifere;
- Per quanto riguarda gli steroidi, campioni non conformi (tutti per gli steroidi anabolizzanti) sono stati trovati in bovini (0,51%), suini (0,45%), pollame (0,18%) e pecore e capre (5,23%).
- sostanze proibite sono state trovate nello 0,01% dei campioni. Le sostanze identificate sono cloramfenicolo (n = 8), nitroimidazoli (n = 7) e nitrofurani (n = 1);
- per gli antibatterici, lo 0,14% dei campioni analizzati non sono risultati conformi. La più alta frequenza di campioni non conformi per gli antibatterici è stata trovata nel miele (0,98%);
- in merito agli anticoccidi, lo 0,05% dei campioni analizzati non è risultato conforme e i casi sono stati rilevati nelle diverse specie animali come segue: pecore e capre (0,09%), maiali (0,04%), pollame (0,03%) e uova (0,21%). Dal 2009 è stata osservata un’importante diminuzione della frequenza di campioni non conformi per gli anticoccidi nel pollame;
- i casi di non conformità per gli antielmintici sono stati riportati nei bovini (0,05%), pecore e capre (0,48%), maiali (0,09%), cavalli (0,8%), pollame (0,02%) e latte (0,08%);
- in merito ad altri farmaci veterinari, la percentuale più alta di campioni non conformi è stata trovata per i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) (0,19%). Per i FANS, i campioni non conformi sono stati rilevati nelle diverse specie come indicato di seguito: bovini (0,27%), pollame (0,09%), cavalli (0,63%), maiali (0,04%), pecore e capre (0,05%) e latte (0,36%);
- nessun campione non conforme è stato riportato per i piretroidi e i sedativi.
- anche per quanto riguarda i beta-agonisti, non sono stati segnalati campioni non conformi;
- campioni non conformi sono stati segnalati per “altre sostanze farmacologicamente attive”, in bovini (0,11%), conigli (1,14), pollame (0,03) e suini (0,02);
- nel gruppo “altre sostanze e contaminanti ambientali”, gli elementi chimici hanno avuto la più alta percentuale complessiva di campioni non conformi (4,21%), con cadmio, piombo, mercurio e rame più frequentemente identificati;
- i casi di non conformità per i composti organoclorurati e i composti organofosforici sono stati lo 0,17% e 0,02%, rispettivamente;
- per le micotossine, sono stati segnalati campioni non conformi per bovini (0,13%), suini (0,16%), cavalli (1,04%) e latte (0,18%); le micotossine rilevate sono lo zearalenone e l’aflatossina M1;
- per quanto concerne i coloranti, sono stati segnalati campioni non conformi per l’acquacoltura (1,09%);
- per “altre sostanze”, sono stati segnalati campioni non conformi per miele (0,24%), uova (0,33%), bovini (0,42%) e pollame (0,1%). Le sostanze identificate sono didecildimetilammonio cloruro, fipronil e clopiralid.
Per quanto riguarda invece i 5.016 campioni sospetti riportati nel 2019, ne sono stati segnalati 184 (3,67%) come non conformi (Tabella 1).
In merito ai campioni controllati al momento dell’importazione (2.342 campioni), i cui risultati sono segnalati utilizzando strumenti come TRACES e il RASFF, e i campioni raccolti nel quadro di altri programmi di monitoraggio (in totale 295.690), una panoramica dei campioni non conformi è riportata in Tabella 1.

A livello italiano sono stati analizzati 31.705 campioni mirati (l’8,6% dei campioni sottoposti ad analisi a livello europeo). Di questi, sono risultati non conformi per la presenza di residui 26 campioni, cioè lo 0,08%, percentuale inferiore rispetto al dato europeo. La maggior parte delle non conformità per quanto riguarda i campioni italiani ha riguardato gli antibiotici.
Per un maggiore approfondimento: Report EFSA