Ossido di etilene nel sesamo proveniente dall’India: l’UE avvia un’indagine - Almater srl

Ossido di etilene nel sesamo proveniente dall’India: l’UE avvia un’indagine

Allerta alta sulla presenza di ossido di etilene nel sesamo proveniente dall’India e in alcuni prodotti a base di semi. Continuano i richiami dei prodotti anche in Italia.

Sono stati bloccati e richiamati circa 3 milioni di chili di sesamo contaminato da ossido di etilene. Non solo confezioni di sesamo ma anche semi che si trovano all’interno di mix con i quali sono stati prodotti diversi snack dolci o salati. La lista dei prodotti richiamati è davvero lunga e si aggiorna costantemente.
Nell’indagine avviata dall’UE emergono alcuni particolari sul perché si sia abusato di questo pesticida tossico e su come sia riuscito ad arrivare in Europa indisturbato.

Alla fine di agosto il Belgio ha emesso un alert su RASFF che segnalava la presenza di ossido di etilene nei semi di sesamo (30 mg/kg); ulteriori dati sono stati resi pubblici da ottobre 2020, dimostrando che i semi di sesamo possono contenere elevate concentrazioni di ossido di etilene. La concentrazione più alta riportata è di 86 mg/kg, che supera di gran lunga il limite massimo di 0,05 mg/kg.

Ma cosa è l’ossido di etilene?

L’ossido di etilene è utilizzato come biocida sui semi di sesamo in alcuni paesi come l’India dove ne è ammesso l’utilizzo. Si sospetta che in India questa pratica sia diventata ormai comune da diversi anni.
Gli usi consentiti dell’ossido di etilene sono:

  • In inchiostri, toner e stucchi, mastici, intonaci e argilla da modellare;
  • Uso interno (es. detergenti per lavaggio in lavatrice, vernici, deodoranti per ambienti);
  • Uso esterno come coadiuvante tecnologico.

Tossicologia

La tossicità dopo l’ingestione orale di ossido di etilene non è ancora stata appurata in modo approfondito ed è legata soprattutto a studi sull’inalazione del gas.

Sono stati segnalati effetti su molti tessuti e organi, ma l’effetto più preoccupante è la cancerogenicità, molto probabilmente tramite un meccanismo genotossico.

L’ANZFA (Australia New Zeland Food Authority) ha citato studi che hanno indicato che durante la lavorazione degli alimenti i livelli di ossido di etilene diminuiscono ulteriormente (punto di ebollizione di 11°C) probabilmente a causa dell’evaporazione ma in modo più significativo a causa della conversione in glicole etilenico dovuta al riscaldamento.

Pertanto, per i consumatori abituali di prodotti con semi di sesamo, si può prevedere un aumento del rischio di sviluppo di tumori gastrointestinali.

In attesa di nuovi dati, continueremo a monitorare l’andamento dei controlli per tenere aggiornati tutti gli operatori del settore.

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