Glifosato e ftalati: l’EFSA avvia le rivalutazioni

Glifosato e ftalati: l’EFSA avvia le rivalutazioni

L’EFSA è impegnata nel riesame del glifosato e nella rivalutazione dei rischi degli ftalati.

GLIFOSATO

EFSA ed ECHA (Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche) già da anni sono impegnate sul tema del glifosato, uno degli erbicidi più utilizzati al mondo specialmente nell’agricoltura e nell’orticoltura dove, grazie alla sua azione totale e non selettiva, è in grado di devitalizzare erbe e piante infestanti salvaguardando la coltura. Ad oggi questa sostanza è considerata come non cancerogena nelle quantità a cui sono normalmente esposti i consumatori, ma è in grado di provocare gravi lesioni oculari e ha effetto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata.

Il Gruppo per il rinnovo del Glifosato, uno dei pionieri della richiesta di rivalutazione del glifosato, ha fornito un grosso contributo alle consultazioni tenute a fine 2021, nel corso delle quali sono state definite le tempistiche e le fasi per la rivalutazione di questa sostanza e sono state raccolte osservazioni sulla valutazione del rinnovo. Quanto emerso dalle consultazioni verrà attentamente esaminato dal Gruppo di Valutazione sul Glifosato, costituito dai quattro Stati Membri dell’UE Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia.

A fine maggio 2022, il Comitato per la valutazione dei rischi (RAC) dell’ECHA si è riunito per ridiscutere la classificazione del glifosato, prendendo in considerazione la sua cancerogenicità, genotossicità, tossicità per lo sviluppo e per la riproduzione e la classificazione ambientale. Nel corso della riunione per la revisione paritaria sui pesticidi prevista per la fine del 2022, il parere del RAC verrà sfruttato per la valutazione del rinnovo del glifosato.

Attualmente l’ECHA pare sostenere la riabilitazione del glifosato per i prossimi 15 anni; il dibattito è ancora aperto e, d’altro canto, diverse autorità e gruppi di ricerca europei si stanno schierando contro.

Le conclusioni sulla rivalutazione del glifosato e sui possibili rischi che potrebbe comportare l’esposizione per gli esseri umani, gli animali e l’ambiente sono stimate per luglio 2023.

FTALATI

Gli ftalati sono sostanze chimiche in grado di ammorbidire e conferire proprietà plastiche a materiali impiegati nei prodotti industriali e di consumo, tra cui quelli a contatto con alimenti.

I rischi per la salute causati da plastificanti che, attraverso i MOCA, si possono trovare negli alimenti erano già stati definiti con il parere scientifico del 2019, ma quanto emerso è risultato non essere esaustivo. La Commissione Europea ha incaricato l’EFSA di approfondire la rivalutazione dei livelli di sicurezza e dei rischi per la salute derivanti da ftalati e altre sostanze plastificanti. Il parere scientifico e il protocollo saranno incentrati sui plastificanti impiegati per diversi tipi di MOCA, e non solo, lungo tutta la catena alimentare ma non prevede la completa valutazione dei rischi.

Le sostanze da valutare sono state ricavate da banche dati dell’ECHA, della Commissione Europea e degli Stati Membri dell’UE, focalizzando l’attenzione sulle componenti autorizzate per i MOCA a livello di UE o di singolo Paese. Le singole sostanze plastificanti sono raggruppate in tre classi di priorità, definite in base alla data della loro più recente valutazione del rischio come MOCA:

  1. Alta priorità – valutata prima del 2001
  2. Priorità media – valutata tra il 2001 e il 2011
  3. Bassa priorità – valutata dal 2011

L’elenco delle priorità sopracitato non include le sostanze definite come cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione, identificati come interferenti endocrini, tossiche e che portano al bioaccumulo; per questi componenti è stato creato il gruppo di sostanze escluse.

Il programma di EFSA ed ECHA per i prossimi mesi prevede l’elaborazione dei dati sulla presenza di sostanze plastiche negli alimenti e nei MOCA al fine di perfezionare la classificazione delle priorità e di ottenere stime sull’esposizione per le valutazioni dei rischi considerando le diverse fonti di esposizione.

 

Fonte: EFSA

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