Questa relazione ha lo scopo di fornire informazioni ai consumatori e alle parti interessate, in particolare agli operatori della catena di approvvigionamento alimentare.
La relazione si basa sui dati delle attività di controllo ufficiali svolte dagli Stati membri dell’UE, dall’Islanda e dalla Norvegia e comprende anche un sottoinsieme di dati provenienti dal programma di controllo coordinato dall’UE, che utilizza una strategia di campionamento randomizzato.
In totale nel 2020 sono stati analizzati 88.141 campioni, mentre nel 2019 erano stati analizzati 96.302 campioni; questo costituisce una diminuzione del 9,3% del numero totale di campioni causata dalla situazione pandemica del COVID-19.
In merito ai dati relativi all’anno 2020, degli 88.141 campioni totali analizzati:
- il 94,9% (83.666 campioni) era al di sotto del livello massimo di residui (MRL); di questi, 48.181 campioni (54,6%) non contenevano residui quantificabili (risultati al di sotto del LOQ per ogni pesticida analizzato);
- il 5,1% (4.475 campioni) ha superato questo livello, e di questi il 3,6% non era conforme (sono non conformi quei campioni che superano l’MRL tenendo conto dell’incertezza di misura).
Del sottoinsieme di 12.077 campioni analizzati per programma di controllo pluriennale coordinato dall’UE:
- nel 68,5% dei campioni (8.278 campioni), i residui erano al di sotto del LOQ;
- il numero di campioni con residui di pesticidi entro i limiti di legge (al di sopra del LOQ ma al di sotto o all’MRL) è stato di 3.590 (29,7%).
- l’1,7% (209 campioni) ha superato l’MRL, di cui lo 0,9% non era conforme.
Facendo un confronto diretto sul tasso complessivo di superamento degli MRL tra il 2020 e il 2017, possibile in quanto i prodotti alimentari erano comuni a entrambi gli anni, vediamo un aumento medio dall’1,7% nel 2017 al 2,1% nel 2020.
Un confronto fatto per prodotti alimentari tra i singoli tassi di superamento degli MRL ha mostrato una tendenza all’aumento dal 2014 al 2017 e al 2020 nel riso (dal 2,1% al 5,1% e al 6,7%), nelle arance (dall’1,5% all’1,1% e al 2,9%), nelle pere (dall’1,6% al 2,3% e al 2,3%) e nel pollame grasso (dallo 0% nel 2014 e 2017 allo 0,06%).
Una tendenza all’aumento dal 2017 al 2020 è stata osservata anche nei fagioli secchi (dal 2,3% nel 2017 al 4,9% nel 2020), nei kiwi (dall’1,3% nel 2017 all’1,96% nel 2020) e nel cavolfiore (dallo 0,8% nel 2017 all’1,0% nel 2020).
Vediamo invece una tendenza al ribasso è stata osservata nelle carote (dal 2,1% nel 2014, all’1,9% nel 2017 e all’1,2% nel 2020), nelle patate (dall’1,1% nel 2014 all’1,2% nel 2017 e allo 0,8% nel 2020), nella segale (dall’1,9% nel 2017 all’1,1% nel 2020) e nelle cipolle (dallo 0,3% nel 2017 allo 0,2% nel 2020).
Il fegato bovino è rimasto stabile senza superamenti degli MRL nei programmi 2014 e 2020.
Nel report, l’EFSA ha indicato inoltre diverse proposte e raccomandazioni per aumentare l’efficacia dei sistemi di controllo europei, continuando così a garantire un alto livello di protezione dei consumatori in tutta l’UE.
I risultati dei programmi di monitoraggio risultano essere una preziosa fonte di informazioni per stimare l’esposizione alimentare dei consumatori dell’UE. Inoltre, i risultati del rapporto sono sistematicamente utilizzati dalla Commissione e dagli Stati membri per stabilire le priorità dei controlli sugli alimenti in commercio, comprese le più importanti combinazioni sostanza/merce da includere nel regolamento MACP dell’UE o nei programmi di controllo nazionali programmi di controllo nazionali degli Stati membri.
È stata eseguita anche un’analisi del rischio per la salute dei consumatori, utilizzando un modello deterministico. Nelle future relazioni sui residui di pesticidi negli alimenti, le valutazioni deterministiche dell’esposizione saranno accompagnate da valutazioni probabilistiche di singole sostanze, permettendo una migliore quantificazione dei rischi possibili e le incertezze associate.
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Fonte: EFSA
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