Le frodi alimentari possono verificarsi quando un alimento viene sostituito, diluito o modificato tramite l’aggiunta di un’altra sostanza, con scopo di lucro. Il problema delle frodi alimentari è emergente in tutto il mondo.
Report CFIA
Il contrasto alle frodi alimentari è una priorità della Food Policy for Canada. In merito a questa iniziativa, la Canadian Food Inspection Agency (CFIA) sta potenziando il suo lavoro per affrontare le frodi alimentari attraverso strategie per prevenirle, rilevarle e scoraggiarle.
Il governo canadese ha pubblicato nel 2022 un report che fa una panoramica delle attività sulle frodi alimentari svolte dalla CFIA durante l’anno 2020-2021, con particolare attenzione ai risultati della sorveglianza di alcuni prodotti ad alto rischio di frode alimentare (miele, pesce, olio d’oliva, altri oli costosi e spezie).
Sorveglianza
Tra le varie attività che svolge, la CFIA svolge un’attività di sorveglianza, che consiste nell’ ispezionare, campionare e verificare gli alimenti potenzialmente più soggette a frodi.
Il report riassume due tipi di sorveglianza: diretta e di monitoraggio.
La sorveglianza diretta (o mirata) si concentra sul campionamento presso gli stabilimenti che hanno avuto casi di non conformità o altri fattori di rischio.
Il monitoraggio comporta un campionamento imparziale e i campioni vengono ottenuti in modo casuale.
I risultati dei test riassunti in questo rapporto riflettono entrambi i tipi di campionamento.
Risultati della sorveglianza
Nell’anno fiscale 2020-2021, CFIA ha condotto in particolare una sorveglianza per rilevare l’adulterazione di alimenti ad alto rischio di adulterazione. Di questi prodotti ad alto rischio, sono stati analizzati in totale 525 campioni mirati per verificarne l’autenticità; di seguito i risultati (Figura 1):
- Miele: 11,5% dei campioni non conformi
- Pesce: 8,8% dei campioni non conformi
- Olio d’oliva: 12,2% dei campioni non conformi
- Altri oli costosi: 33,8% dei campioni non conformi
- Spezie: 7,1% dei campioni non conformi

Miele
Comune è la frode che vede l’aggiunta di zuccheri nel miele, attività che inganna i consumatori e crea condizioni di concorrenza sleali per chi invece vende miele autentico. La CFIA conduce attività di sorveglianza per rilevare miele adulterato con zuccheri sia nel miele nazionale che in quello importato.
Sorveglianza diretta
Dei 58 campioni raccolti, 13 erano nazionali e 45 importati:
- 43 campioni sono risultati conformi: 74,1% (43/58);
- 15 campioni sono risultati non conformi 25,9% (15/58).
Dei 15 campioni non conformi, 13 campioni derivavano da miele interamente o parzialmente importato da Egitto, Germania, Grecia, India, miscela India/Canada e Taiwan, mentre 2 campioni da miele nazionale canadese.
Monitoraggio
Dei 124 campioni, 96 erano nazionali, 28 importati:
- 118 campioni sono risultati conformi: 95,2% (118/124);
- 6 campioni sono risultati non conformi: 4,8% (6/124).
Dei 6 campioni non conformi, 3 campioni derivavano da miele importato da miscela Australia/Brasile, miscela Bulgaria/Grecia, India mentre 3 campioni da miele nazionale canadese.
Prodotti ittici
Le frodi legate ai prodotti ittici vedono prettamente la sostituzione di specie di maggior valore con specie meno costose (e quindi l’etichettatura fraudolenta). I campioni analizzati sono stati mirati sulla base di fattori di rischio come la storia di non conformità di uno stabilimento e le specie di pesci che hanno maggiori probabilità di essere frodate. I 9 tipi di pesce di maggior interesse sono stati: pesce burro, merluzzo, halibut, ricciola, branzino, dentice (rosso e altri), sogliola, tonno e ricciola.
I campioni sono stati testati presso un laboratorio CFIA analizzando il codice dell’acido desossiribonucleico (DNA) per identificare le specie ittiche.
La CFIA ha analizzato 110 campioni ed è stata in grado di valutare 102 campioni. Non è stato possibile valutare otto dei campioni di pesce perché non è stato possibile generare un codice del DNA per vari motivi (ad esempio, a causa della degradazione del DNA o della contaminazione incrociata dei pesci).
Risultati
I risultati sono i seguenti:
- 93 campioni sono stati giudicati conformi: 91,2% (93/102);
- 9 campioni sono stati giudicati non conformi: 8,8% (9/102).
Di questi:
- Da produttori nazionali: 93,8% conformi (15/16 campioni), 6,3% non conformi (1/16 campioni);
- Da importatori: 89,2% conformi (33/37 campioni), 10,8% non conformi (4/37 campioni);
- Da rivenditori (pesce confezionato al dettaglio): 91,8% conformi (45/49 campioni), 8,2% non conformi (4/49 campioni).
Olio di oliva
Le frodi legate all’olio di oliva riguardano prevalentemente l’adulterazione con oli meno pregiati o l’aggiunta di sostanze per aumentarne la colorazione (es. clorofilla). La ha testato olio extravergine di oliva, olio di oliva vergine e olio di oliva composto da oli di oliva raffinati ed extravergini.
Risultati
La CFIA ha analizzato 49 campioni e i risultati sono i seguenti:
- 43 campioni sono stati giudicati conformi: 87,8% (43/49);
- 6 campioni sono stati giudicati non conformi: 12,2% (6/49).
Dei 6 campioni non conformi, 2 campioni erano etichettati come provenienti dall’Italia, 1 dal Libano, 1 dalla Spagna, 1 dalla Siria e 1 campione era una miscela da Grecia, Italia e Spagna.
Altri oli costosi
Anche altri oli di alto valore economico spesso vengono diluiti con oli di qualità più bassa. Inoltre, oli vergini o spremuti a freddo possono anche essere diluiti con oli raffinati dello stesso tipo, abbassandone qualità e valore. Per la sua attività di sorveglianza, la CFIA ha campionati i seguenti tipi di oli: olio di mandorle, olio di avocado, olio di cocco, olio di semi di lino, olio di vinaccioli, olio di nocciole, olio di semi di senape e olio di semi di sesamo.
Risultati
La CFIA ha analizzato 65 campioni:
- 43 campioni sono risultato conformi: 66,2% (43/65);
- 22 campioni sono risultati non conformi: 33,8% (22/65).
Dei 22 campioni non conformi:
- 8 erano olio di cocco (61% o 8/13 campioni);
- 6 erano olio di semi di sesamo (26% o 6/23 campioni);
- 3 erano olio di vinaccioli (21% o 3/14 campioni);
- 2 erano olio di mandorle (33% o 2/6 campioni);
- 1 era olio di avocado (25% o 1/4 di campioni);
- 1 era olio di semi di lino (33% o 1/3 dei campioni);
- 1 era olio di nocciola (100% o 1/1 campioni).
Spezie
Questi alimenti tendono ad avere un valore economico alto e sono spesso soggetti a frodi alimentari. Inoltre, sono spesso venduti o trasportati sfusi, il che facilita la diluizione o la sostituzione di un ingrediente con relativa facilità rispetto ad altri alimenti interi o preconfezionati.
Additivi e altri ingredienti non ammessi sono spesso aggiunti per adulterare spezie di alto valore. Queste aggiunte possono anche avere implicazioni per la sicurezza alimentare, come la presenza di allergeni non dichiarati (ad esempio, l’aggiunta di gusci di arachidi o farina) o sostanze chimiche o coloranti non ammessi.
Tra le spezie che più probabilmente rischiano di essere frodate troviamo pepe, cannella, cumino, paprika curcuma e origano.
Risultati
La CFIA ha analizzato 127 campioni e i risultati sono i seguenti:
- 118 campioni sono stati giudicati conformi: 92,9% (118/127);
- 9 campioni sono stati giudicati non conformi: 7,1% (9/127).
Dei 9 campioni non conformi, 1 campione di cannella conteneva coloranti non dichiarati e 8 campioni di cumino contenevano un potenziale allergene della frutta a guscio. È importante notare che, sebbene non conformi, i campioni di cumino trovati per contenere l’allergene della frutta a guscio contenevano tutti basse concentrazioni di allergeni. Questi livelli sono più degli indicatori di contaminazione incrociata più che di adulterazione o sostituzione intenzionale.
Per un maggiore approfondimento: Food Fraud Annual Report 2020 to 2021
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