Questo è quanto è emerso dall’ultima relazione sulle zoonosi dell’autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC).
Il rapporto presenta i risultati delle attività di monitoraggio delle zoonosi svolte nel 2019 in 36 paesi europei (28 Stati Membri e otto non).
La prima e la seconda zoonosi più segnalate nell’uomo sono state rispettivamente la campilobatteriosi e la salmonellosi e la tendenza dell’UE per i casi umani confermati di queste due malattie è risultato stabile durante il periodo 2015-2019:

Nello specifico, nel 2019 la campilobatteriosi ha interessato più di 220.000 persone, mentre la salmonellosi ha colpito circa 88.000 persone (20,0 casi ogni 100,000 persone):

Dall’analisi di 66.113 campioni di alimenti pronti al consumo, che quindi non necessitano di cottura prima di essere consumati, lo 0,3 % è risultato positivo a Salmonella, mentre su 191.181 campioni di alimenti non pronti al consumo è risultato positivo l’1,5 %. Diciotto dei 26 Stati membri che comunicano dati sui programmi di controllo di Salmonella nelle popolazioni di pollame hanno centrato tutti gli obiettivi di riduzione rispetto a quanto hanno fatto 14 Stati membri nel 2018.
Altre malattie che sono state ampiamente segnalate sono le infezioni da Escherichia coli produttore di tossine Shiga (STEC), yersiniosi e listeriosi. Anche i casi di listeriosi, dopo un lungo periodo di incremento, si sono stabilizzati tra il 2015 e il 2019. Nel 2019 sono stati segnalati 2.621 casi, di cui la maggior parte ha riguardato soggetti con oltre 64 anni di età. Inoltre, la listeriosi, a causa degli alti tassi di ospedalizzazione (92%) e di mortalità (17,6%), è risultata essere la zoonosi più grave.

Tramite la relazione sono stati monitorati anche i focolai di malattie di origine alimentare nell’UE, cioè i casi in cui almeno due persone contraggono la medesima malattia dopo aver consumato lo stesso cibo contaminato.
In merito a ciò, il numero dei focolai dovuti a S. Enteritidis è diminuito, nonostante la Salmonella sia rimasto l’agente riscontrato con maggior frequenza, responsabile di 926 focolai, seguita da tossine batteriche e virus:

Le fonti più comuni di infezione da salmonella sono state risultate essere le uova e gli ovo prodotti, seguite da prodotti da forno e carne suina e prodotti derivati, come negli anni precedenti.

I norovirus nei prodotti della pesca hanno provocato il più alto numero di focolai (145) per i quali sono state riscontrate solide evidenze a sostegno di un’origine alimentare.
In generale, nel 2019 sono stati riscontrati 5.175 casi di focolai infettivi di origine alimentare, dato in calo del 12,3 % rispetto all’anno 2018.
Per un maggiore approfondimento: Report EFSA